- On sale!

Perlage fine ed intenso in un giallo paglierino brillante. Profumi dove i lieviti si esprimono con sensazioni mandorlate e di frutta matura. Austero l’impatto in bocca, con notevole freschezza e sapidità. Chiusura armonica con lieve nota mielata.
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Uvaggio: Trebbiano- Garganica
Metodo Charmat
Alcol 12%
Il metodo charmat chiamato anche dei grandi recipienti, viene soprattutto utilizzato per ottenere spumanti caratterizzati da aromi primari e fruttati, che ricordano molto il vitigno di partenza, e molto freschi. Alcuni tra i vini più adatti a questo sistema di spumantizzazione sono il Trebbiano, la garganica e il moscato.
La preparazione del vino base viene seguita dalle operazioni di taglio, chiarificazione, refrigerazione e filtrazione. Contemporaneamente si procede alla preparazione del lievito, in modo che sia attivo e pronto per la rifermentazione.
La rifermentazione in autoclave viene realizzata a temperatura compresa tra 12 e 18 °C, a seconda del tipo di vino. Dopo un periodo di tempo più o meno lungo si procede a un travaso isobarico, per mezzo di centrifugazioni/filtrazioni in condizioni di sovrapressione, per evitare di perdere anidride carbonica. Lo spumante viene in questo modo separato dalle proprie fecce e travasato in una seconda autoclave. Le fasi successive comprendono una refrigerazione ed eventuale chiarificazione, per stabilizzare il prodotto, seguite da una filtrazione o centrifugazione per raggiungere la limpidezza desiderata. Segue, infine, un ulteriore travaso isobarico.
Anche l’imbottigliamento deve avvenire in condizioni isobariche, immediatamente preceduto da una filtrazione sterilizzante o microfiltrazione per riuscire a ottenere anche la massima stabilizzazione biologica.
La tappatura viene in genere realizzata con tappi di sughero, per gli spumanti secchi, e con tappi di sughero o di materiale plastico, per quelli dolci. Le bottiglie vengono tenute per poco tempo in cantina prima di passare alle fasi finali di confezionamento e alla immissione sul mercato.
La rifermentazione in autoclave viene realizzata a temperatura compresa tra 12 e 18 °C, a seconda del tipo di vino. Dopo un periodo di tempo più o meno lungo si procede a un travaso isobarico, per mezzo di centrifugazioni/filtrazioni in condizioni di sovrapressione, per evitare di perdere anidride carbonica. Lo spumante viene in questo modo separato dalle proprie fecce e travasato in una seconda autoclave. Le fasi successive comprendono una refrigerazione ed eventuale chiarificazione, per stabilizzare il prodotto, seguite da una filtrazione o centrifugazione per raggiungere la limpidezza desiderata. Segue, infine, un ulteriore travaso isobarico.
Anche l’imbottigliamento deve avvenire in condizioni isobariche, immediatamente preceduto da una filtrazione sterilizzante o microfiltrazione per riuscire a ottenere anche la massima stabilizzazione biologica.
La tappatura viene in genere realizzata con tappi di sughero, per gli spumanti secchi, e con tappi di sughero o di materiale plastico, per quelli dolci. Le bottiglie vengono tenute per poco tempo in cantina prima di passare alle fasi finali di confezionamento e alla immissione sul mercato.